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Papa Fancesco - Vita - Parrocchia Cattolica di San Giovanni Evangelista

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San Giovanni Evangelista
parrocchia in Quartu dal 1986
JORGE MARIO BERGOGLIO
VITA

Il primo Papa giunto dalle Americhe è il gesuita argentino Jorge  Mario Bergoglio, 76 anni, arcivescovo di Buenos Aires dal 1998. È una  figura di spicco dell’intero continente e un pastore semplice e molto  amato nella sua diocesi, che ha girato in lungo e in largo, anche in  metropolitana e con gli autobus.
 
«La mia gente è povera e io sono uno di loro», ha detto una volta per  spiegare la scelta di abitare in un appartamento e di prepararsi la  cena da solo. Ai suoi preti ha sempre raccomandato misericordia,  coraggio e porte aperte. La cosa peggiore che possa accadere nella  Chiesa, ha spiegato in alcune circostanze, «è quella che de Lubac chiama  mondanità spirituale», che significa «mettere al centro se stessi». E  quando cita la giustizia sociale, invita a riprendere in mano il  catechismo, i dieci comandamenti e le beatitudini. Nonostante il  carattere schivo è divenuto un punto di riferimento per le sue prese di  posizione durante la crisi economica che ha sconvolto il Paese nel 2001.
 
Nella capitale argentina nasce il 17 dicembre 1936, figlio di  emigranti piemontesi: suo padre Mario fa il ragioniere, impiegato nelle  ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupa della casa e  dell’educazione dei cinque figli.
 
Diplomatosi come tecnico chimico, sceglie poi la strada del  sacerdozio entrando nel seminario diocesano. L’11 marzo 1958 passa al  noviziato della Compagnia di Gesù. Completa gli studi umanistici in Cile  e nel 1963, tornato in Argentina, si laurea in filosofia al collegio  San Giuseppe a San Miguel. Fra il 1964 e il 1965 è professore di  letteratura e psicologia nel collegio dell’Immacolata di Santa Fé e nel  1966 insegna le stesse materie nel collegio del Salvatore a Buenos  Aires. Dal 1967 al 1970 studia teologia laureandosi sempre al collegio  San Giuseppe.
 
Il 13 dicembre 1969 è ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José  Castellano. Prosegue quindi la preparazione tra il 1970 e il 1971 in  Spagna, e il 22 aprile 1973 emette la professione perpetua nei gesuiti.  Di nuovo in Argentina, è maestro di novizi a Villa Barilari a San  Miguel, professore presso la facoltà di teologia, consultore della  provincia della Compagnia di Gesù e rettore del Collegio.
 
Il 31 luglio 1973 viene nominato provinciale dei gesuiti  dell’Argentina. Sei anni dopo riprende il lavoro nel campo universitario  e, tra il 1980 e il 1986, è di nuovo rettore del collegio di San  Giuseppe, oltre che parroco ancora a San Miguel. Nel marzo 1986 va in  Germania per ultimare la tesi dottorale; quindi i superiori lo inviano  nel collegio del Salvatore a Buenos Aires e poi nella chiesa della  Compagnia nella città di Cordoba, come direttore spirituale e  confessore.
 
È il cardinale Quarracino a volerlo come suo stretto collaboratore a  Buenos Aires. Così il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nomina vescovo  titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno riceve nella  cattedrale l’ordinazione episcopale proprio dal cardinale. Come motto  sceglie Miserando atque eligendo e nello stemma inserisce il cristogramma ihs,  simbolo della Compagnia di Gesù. È subito nominato vicario episcopale  della zona Flores e il 21 dicembre 1993 diviene vicario generale.  Nessuna sorpresa dunque quando, il 3 giugno 1997, è promosso arcivescovo  coadiutore di Buenos Aires. Passati neppure nove mesi, alla morte del  cardinale Quarracino gli succede, il 28 febbraio 1998, come arcivescovo,  primate di Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale  residenti nel Paese, gran cancelliere dell’Università Cattolica.
 
Nel Concistoro del 21 febbraio 2001, Giovanni Paolo II lo crea  cardinale, del titolo di san Roberto Bellarmino. Nell’ottobre 2001 è  nominato relatore generale aggiunto alla decima assemblea generale  ordinaria del Sinodo dei vescovi, dedicata al ministero episcopale.  Intanto in America latina la sua figura diventa sempre più popolare. Nel  2002 declina la nomina a presidente della Conferenza episcopale  argentina, ma tre anni dopo viene eletto e poi riconfermato per un altro  triennio nel 2008. Intanto, nell’aprile 2005, partecipa al conclave in  cui è eletto Benedetto XVI.
 
Come arcivescovo di Buenos Aires — tre milioni di abitanti — pensa a  un progetto missionario incentrato sulla comunione e  sull’evangelizzazione. Quattro gli obiettivi principali: comunità aperte  e fraterne; protagonismo di un laicato consapevole; evangelizzazione  rivolta a ogni abitante della città; assistenza ai poveri e ai malati.  Invita preti e laici a lavorare insieme. Nel settembre 2009 lancia a  livello nazionale la campagna di solidarietà per il bicentenario  dell’indipendenza del Paese: duecento opere di carità da realizzare  entro il 2016. E, in chiave continentale, nutre forti speranze sull’onda  del messaggio della Conferenza di Aparecida nel 2007, fino a definirlo  «l’Evangelii nuntiandi dell’America Latina».
 
Viene eletto Sommo Pontefice il 13 marzo 2013.

Da:  L'Osservatore Romano, Anno CLIII, numero 61 edizione straordinaria

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